Light Painting “Under the Milky Way”: l’Estate di Imago sotto le stelle

Ricorda di guardare in alto alle stelle, e non ai tuoi piedi. Cerca di dare un senso a quello che vedi e chiediti quello che fa vivere l’Universo. Sii curioso.
Stephen Hawking

L’Estate dell’Associazione ImagoZero, nonostante il periodo particolare, non si ferma. Anzi, armati di macchina fotografica e nel rispetto delle norme di sicurezza attuali, si torna finalmente a scattare in compagnia portando il mondo della fotografia sotto le stelle.

In uno scenario decisamente suggestivo: le notti “magiche” e grondanti di stelle della zona di Siracusa.

L’ImagoPhotoWalk del 19 Agosto 2020, infatti, è dedicato alla fotografia della “Milky Way” ed alla tecnica del Light Painting.

E quale migliore data per ricominciare, se non quella del 19 Agosto, che celebra la Giornata mondiale della fotografia 2020?

Under The Milky Way

Una passeggiata fotografica per l’appunto “Under The Milky Way” (citando una canzone dei Church), con il naso all’insù. A scrutare le bellezze e le emozioni della notte che solo un cielo stellato può regalare.

Fotografia di Andrea Belardinelli

La fase organizzativa ha visto i nostri fotoamatori alle prese con la preparazione all’immersione nel buio.

Armati dell’attrezzatura necessaria (il treppiedi e le torce luminose sono d’obbligo) i Soci di ImagoZero sprofondano nella notte, mettendosi alla prova con le prodezze della fotografia “astronomica”.

I nostri soci si sono cimentati nell’esercizio portando a casa scatti molto interessanti.

Fotografia di Andrea Belardinelli
Fotografia di Stefania Stramondo

Perché fotografare la Via Lattea è semplice se si seguono alcune regole base: cercare la location adatta, al riparo dall’inquinamento luminoso, riprendere la giusta porzione di cielo e ovviamente conoscere e scegliere le corrette impostazioni di scatto.

La scarsa luminosità costringe ad usare lunghe esposizioni e diaframmi aperti, ma una volta fatte le scelte giuste, un pò di pratica e di esperienza saranno gli ingredienti fondamentali per portare a casa un risultato che ci sorprenderà!

Fotografia di Alberto Privitera

Il Light Painting

La notte è un’ottima occasione anche per sperimentare e giocare con la luce e cimentarsi in un’altra interessante e (divertente) tecnica: quella del Light Painting.

Se fotografia significa “scrivere con la luce” il Light Painting è senza dubbio una delle espressioni più creative di questo concetto.

Fotografia di Stefania Stramondo

Qui l’ingrediente fondamentale diventa la torcia luminosa (o comunque qualsiasi fonte che sia in grado di creare un’illuminazione artificiale, come un accendino).

Anche perché in questo caso il vero protagonista di questa tecnica è proprio il fotografo: a lui infatti spetta in primo luogo la scelta delle sorgenti luminose che dovranno dare vita all’immagine; ed in seguito “dipingere” con le luci evocando delle figure luminose che spesso generano effetti davvero sorprendenti.

Fotografia di Alberto Privitera
Fotografia di Stefania Stramondo

Dunque luci, stelle e macchina fotografica: cosa si può desiderare di più dalla vita per chi rientra nell’ampio universo del fotoamatore?

Questa è una delle tante esperienze che negli ultimi anni la nostra associazione ha riproposto per fare innamorare chi ci segue dell’arte fotografica: e scattare una foto al cielo significa anche cercare di esprimere l’Infinito dentro di noi attraverso la nostra cara “macchinetta”.

Il video di sintesi di questa magnifica esperienza

Qui di seguito potete guardare un video molto divertente, firmato dalla nostra socia Mariarita Zappalà, che ringraziamo per riprese e montaggio, nel quale ha registrato alcuni momenti di preparazione al nostro ImagoPhotoWalk.

Buona visione e, come sempre: alla prossima iniziativa fotografica!

Riprese e montaggio di Mariarita Zappalà

Ringraziamo Gabriella Ricifari e Mariarita Zappalà per le fotografie della serata.

Simone Bellitto

“Sixty Minutes” – ImagoPhotoTalk con Davide Bergamini

E’ online sul canale YouTube di ImagoZero il video integrale del Photo Talk  di Venerdì 17 Aprile scorso con lo street photographer Davide Bergamini!

Ringraziamo di cuore Davide per la disponibilità e per aver condiviso con noi il suo progetto ” Sixty Minutes”, raccontandoci il suo personale modo di vivere la fotografia come un appuntamento quotidiano, proprio durante i 60 minuti di pausa pranzo.

“Sixty Minutes” è diventato anche una pubblicazione, che potrete acquistare su Amazon o contattando @davidebgm in Direct Message su Instagram!

Buona visione! 😊

#imagozero
#imagozerocatania
#imagophototalk

PHŌTÓS – Sicily’s Photo Exhib 2019: una serata insieme agli scatti di Alessio Mamo e di ImagoZero

Lo scorso 21 Dicembre il Museo Diocesano di Catania ha ospitato la prima edizione di PHŌTÓS – Sicily’s Photo Exhib, manifestazione voluta al culmine delle attività 2019 dell’associzione culturale ImagoZero per condividere la Passione per l’Arte Fotografica.

Questo anno di attività non poteva chiudersi al meglio, con il talk del fotografo catanese Alessio Mamo e con le due collettive fotografiche, _graphìa e Con Nuovi Occhi, che hanno mostrato, rispettivamente, le opere dei soci e dei corsisti dell’appena concluso Corso Base di Fotografia.

Ripercorriamo lo svolgimento di quella che, ai nostri occhi, rimarrà una serata indimenticabile.

Dialogo con Alessio Mamo: la voce delle crisi migratorie nel mondo

Nell’incontro dal titolo “Dalla Sicilia al Medio Oriente: diario di un fotoreporter”, moderato da uno dei membri fondatori di Imago, Daniele Musso, abbiamo assistito a un grande e partecipato momento di condivisione su temi e argomenti legati all’attualità più perturbante e dolorosa.

L’ospite del Talk è stato, come anticipato, Alessio Mamo, fotografo freelance catanese vincitore del World Press Photo 2018, con il 2° premio nella Categoria Persone.

A fare da controcanto alle immagini di Mamo, le parole della giornalista palermitana Marta Bellingreri, compagnia dei viaggi e messaggero dei racconti visivi del fotoreporter ed il fotografo catanese Antonio Parrinello, che con Mamo ha condiviso intensi momenti di fotografia.

Al centro del dibattito l’elemento portante è stato l’essere umano. Una sorta di viaggio, parafrasando Proust, alla “recherche” dell’umanità perduta.

Mamo, Bellingreri e Parrinello hanno dato vita a un incontro emozionante, intenso e toccante, fornendo un’impressionante apologia in difesa del “mondo offeso” di Vittoriniana memoria: dove i figli delle barbarie non siamo più noi, ma i “dannati della Terra”.

La narrazione fotografica dei nostri cronisti ci ha mostrato l’esodo, il dolore e le sofferenze di uomini, donne e bambini che migrano o che vivono in terre devastate da conflitti che non hanno né voluto né deciso, ma anche la speranza che cresce con l’arrivo alla meta o quella che brilla negli occhi dei bambini durante un percorso di guarigione.

A partire dalle immagini della nostra Sicilia, meta finale e allo stesso tempo Golgŏtha di persone disperate che fuggono dalle tragedie della loro quotidianità.

Passando per la decisione di intraprendere il sentiero dei migranti per vivere sulla propria pelle ciò che hanno udito raccontare ai superstiti. E così ci è stata raccontata una via crucis che parte dalla Turchia, passando per le isole più lontane della Grecia per finire attraverso le zone interne di MacedoniaSerbiaCroazia e chiudere il proprio viaggio all’interno dell’Europa cosiddetta “civile”.

Per giungere alle zone devastate dall’ISIS in Siria e in Iraq: Mamo e i suoi compagni di viaggio ci hanno introdotto ai confini del mondo pacificato, senza alcun sensazionalismo e con la semplice voglia di raccontare con sensibilità il dramma umano, spesso dimenticato dall’informazione.

Le immagini di Mamo raccontano tanto: e per le nostre coscienze sopite e intorpidite, forse, raccontano troppo.

Ma non è forse questo che può salvarci da una tragica impassibilità?

Se devi raccontare una storia la devi vivere appieno”: questa è la chiosa di Alessio Mamo. Ma rappresenta in estrema sintesi anche la sua missione e quella di Marta Bellingreri: dare voce, che sia per immagini o per parole, a chi non ha voce, agli invisibili nel mondo che vogliono soltanto appellarsi al proprio diritto alla vita.

Le mostre di soci e corsisti ImagoZero

A fare rispettosamente da cornice all’emozionante incontro con il fotoreporter conterraneo, l’esperienza del Team ImagoZero, con due collettive fotografiche: la prima edizione di _graphìa, collage di immagini offerte dai soci ImagoZero e la seconda edizione di Con Nuovi Occhi, che ha ripetuto il fortunato esperimento dello scorso Maggio con gli scatti degli allievi del “Corso base di Fotografia Autunno 2019”.

Ad esporre sono stati complessivamente 20 soci e 19 corsisti, con quasi 80 opere in mostra.

Soci e corsisti hanno voluto raccontare la propria visione del mondo al pubblico presente al Museo Diocesano con immagini che spaziavano dal colore al bianco e nero, dal ritratto alla Street Photography, da sempre leitmotiv della fotografia targata ImagoZero, donando visioni mature affiancate a visioni di chi, anche fotografando per la prima volta, ha già compreso i fondamentali per far parte della schiera dei fotografi del domani.

Anche questa volta ImagoZero ha colto l’occasione per far conoscere le attività associative e ringraziare chi ha attivamente partecipato a questi intensi mesi di attività creativa, con la consegna degli attestati a tutti i partecipanti ai corsi autunnali di Fotografia, il Corso Base ed il Corso Avanzato.

Un’altra serata emozionante e indimenticabile per l’associazione e, speriamo, per tutti coloro che vi hanno preso parte.

Non finisce ovviamente qui. Il nuovo anno è appena iniziato e sono già pronte nuove sorprese e nuove iniziative.

Pertanto, ancora una volta, un arrivederci alle prossime attività di ImagoZero!

Simone Bellitto

Un finale memorabile: la grande serata della mostra “CON NUOVI OCCHI”

Tutte le cose belle, purtroppo, hanno una fine. Ed a questo, ancor più nostro malgrado, non fa eccezione il Corso Base di Fotografia 2019 dell’Associazione ImagoZero di Catania.

Tuttavia, se un finale andava scritto, di sicuro era quello che vi racconteremo.

Domenica 26 Maggio 2019, infatti, si è tenuta la mostra conclusiva dei partecipanti al corso, la Collettiva Fotografica CON NUOVI OCCHI.

Un finale degno di nota

Chi, domenica scorsa, si è trovato al Museo Diocesano di Catania per partecipare al vernissage dell’esposizione non è certamente rimasto deluso.

Sono stati ben 35 gli autori che hanno esposto le proprie opere, complessivamente 70 immagini in cornice.

Fotografie che hanno spaziato in vari generi: ottimi esempi di ritrattistica, foto di splendidi paesaggi (da territori tipicamente siculi a zone decisamente più esotiche) e varie stoccate degne della migliore Street Photography, sia in bianco e nero che a colori.

Potete scoprire a questo link tutti i nomi di chi ha esposto e le altre loro opere (oltre quelle viste alla mostra) navigando sui loro profili Social.

Una sentita partecipazione

Il vernissage ha vissuto davvero una grande partecipazione: non solo (giustamente) amici e parenti di corsisti e membri dello staff, ma anche graditi ospiti del mondo fotografico catanese. Erano presenti infatti il fotogiornalista Fabrizio Villa, la fotografa di matrimoni “alternativi” Valentina Di Mauro (ospite di eccezione di un memorabile ImagoTalk) e l’Associazione Fotografica Renarossa.

Una grande partecipazione che senz’altro denota il valore estetico e simbolico delle immagini proposte e senza dubbio accentua il valore del lavoro che è stato fatto dall’inizio di questo corso fino alla sua conclusione.

Non sono mancate le emozioni

E lo staff di ImagoZero ha regalato momenti pieni di significato alla serata, che non è stata un mero teatro della mostra in sé.

E’ stata anche un’occasione per far conoscere le attività associative e ringraziare in modo adeguato chi ha attivamente partecipato a questi intensi mesi di assoluta carica creativa.

Alla platea i docenti del corso, nonché Direttivo dell’associazione, Daniele Musso e Stefania Stramondo, con la partecipazione della neo-mamma Elena La Spina (e lo special guest della piccola Annarosa) hanno dichiarato il proprio infinito amore alla fotografia.

Riversato senza un attimo di tregua in questi magnifici mesi percorsi in lungo e in largo tra lezioni, esercitazioni e indimenticabili momenti di svago che hanno cementificato rapporti e allargato gli orizzonti di tutti i partecipanti.

E per questo, tra qualche lacrimuccia, in un momento molto emozionante, sono stati ringraziati tutti gli organizzatori e chi ha partecipato, volontariamente e con sacrificio, a questi intensi mesi di attività, che qui ci limitiamo solamente ad elencare, come riportato nel post pubblicato sulla nostra pagina Social:

Sinceri ringraziamenti vanno ai partecipanti al corso che hanno contribuito all’organizzazione ed all’allestimento della mostra, in particolare a Mariarita Zappalà, per aver dato la possibilità di conoscere i corsisti attraverso il sito dell’Associazione; e ad Ugo Romeo per il contributo nel trovare la location. Gabriella Ricifari per l’organizzazione delle attività’ extra sede, le fotografie degli eventi, le relazioni con i non soci e per l’impegno quotidianamente profuso; Gianluca Santanocito ed Ornella Bo Santanocito per la gestione del set in luce ambiente durante l’esercitazione di fotografia di ritratto; i modelli Francesco Coco, Mery Gio Azzarello, Michela Montandon; Giulia Romano per l’assistenza logistica e per le emozionanti immagini dei momenti trascorsi insieme; Giuseppe Di Gregorio per il tutoraggio e la consulenza legale; Lucia Lucy Boncaldo per l’assistenza fiscale e per il supporto logistico; Riccardo Di Mauro per il supporto continuo nel suo ruolo di tutor; Roberto Bruno per i suggerimenti gestionali e per la pazienza; Roberto D’Amico, per l’ineguagliabile supporto che da anni offre per il corso base di fotografia, per le dirette streaming, per aver messo a disposizione la propria attrezzatura, per la guida flash; Riccardo Lombardo per la lezione di fotografia del paesaggio; Silvana Licciardello per la lezione di street photography e reportage; Simone Bellitto per aver partecipato attivamente all’attività associativa attraverso i suoi articoli.

A chi ha ospitato le attività del corso, con professionalità e generosità: Daniele Calcagno e Loredana Urzì di UC English; Federica e Tiziana Saglimbene di Feiana Business Center; Tony Carciotto, Presidente di Pro Loco Belpasso; Francesca Piana ed il THE EIGHT HORSES PUB.

Infine, ad ogni corsista è stato consegnato un attestato di partecipazione, regalando così meritatamente “il palco” per un attimo anche a chi ha fatto sì, a livello “materiale”, che questa mostra avesse luogo.

Non finisce qui!

Chi scrive l’articolo, emozionato anch’egli per aver fatto parte di questa meravigliosa avventura, non trovando conclusione più appropriata per quest’articolo vista la grande bellezza di quanto vissuto, in tutta sincerità preferisce affidare questo finale alle bellissime parole redatte dal Direttivo di ImagoZero nella presentazione dell’evento.

Parole che sinteticamente possono rendere al meglio il significato e l’importanza di ciò che è stato fatto.

“[…] alla fine di quasi cinque mesi di incontri, di lezioni, di uscite fotografiche, di lunghe camminate, dubbi risolti, voglia di imparare reciprocamente, aperitivi improvvisati, cene organizzate, nuovi amici e tanto ridere insieme […] abbiamo imparato ad osservare il mondo con nuovi occhi, a trasmettere, attraverso la fotocamera, le emozioni che percepiamo, abbiamo incontrato persone nuove accomunate dalla stessa passione per la Fotografia ed abbiamo imparato a conoscere meglio noi stessi e chi ci sta vicino.

[…] scatto dopo scatto scriviamo, con la luce, il nostro racconto.”

Un arrivederci alle prossime attività di ImagoZero: buona Estate fotografica a tutti!

Simone Bellitto

Spezzare le “Catene” del videomaking con i Ground’s Oranges

Intermedialità. Un concetto che ben esemplifica il dialogo tra media diversi (che abbiamo già trattato nel nostro articolo su Agnès Varda, a cavallo tra cinema e fotografia).

Un’intersezione che non si ferma a singole opere d’arte ma che trova la sua piena espressione in veri e propri universi che, alle volte, sembrano correre a velocità parecchio diverse.

Nel caso specifico parliamo di come la concettualità di certa fotografia, di certe immagini “immobili”, trova un suo corrispettivo in un’arte dinamica e veloce come quella del videoclip e del video-making.

Ed è proprio questo il fulcro dell’incontro avvenuto martedì 16 aprile per la serie degli Imago Talk con il collettivo artistico catanese Ground’s Oranges.

Ground’s Oranges: potere all’immaginazione visiva

Artisti poliedrici, originali ed innovativi, questi “videografi” rispondono al nome di Salvo “Zavvo” Nicolosi, Jacopo Saccà, Marco Riscica, Dimitri Di Noto e Riccardo Nicolosi.

Lo scopo di questo progetto è dare adito alla propria libertà espressiva grazie a un’azzeccata concatenazione di immagini e concetti sdoganati dalla mera convenzionalità.

E soprattutto senza mai scadere nel banale o nello scontato: una ricerca artistica che non si prende mai troppo sul serio ma che punta a rivelare, attraverso il fluire di questo vortice di immagini in movimento, lo spirito più autentico di ciascuno dei membri di questa squadra.

I Ground’s Oranges trasudano di questa follia semiseria in tutti i video da loro creati, di cui citiamo solo qualche esempio, tra quelli visti durante la bella e piacevole serata.

Come sdoganare un funerale

Si pensi alla genialata del Pre-funerale di Luigi Virgillito”(2013): vale a dire un condensato di parodia e di sberleffo a una certa cultura popolare legata ai cosidetti “pre-matrimoni”, “pre-battesimi”, ma soprattutto ai tanto ostracizzati “pre-diciottesimi”.  

In un’overdose di colore che si pone in aperta antitesi con l’atmosfera “funebre” tradizionale siciliana, questa breve ma piccola perla quasi nonsense, con ammiccamenti ad una mimica vicina al cinema di Ciprì e Maresco, spazza via decenni di tabù su argomenti quasi intoccabili per la “sicilianità” come la morte e il funerale.

Questo è solo un sintomo della originalità e della ricercatezza delle loro creazioni.

Indie(gesto)

I Ground’s Oranges sono anche riusciti nel loro intento di dissacrare un certo ambito “indie” tanto acclamato dalle folle di pseudo-intellettuali in cerca di idoli vuoti a cui (fintamente) ispirarsi.

Basterebbe guardare il loro videoclip originale dal titolo Stuff Pick” (2014), in cui prendono in giro certo atteggiarsi ad hipster e radical chic da tastiera, dove le citazioni a registi e artisti celebri per pura moda e senza alcun filo logico la fanno da padrona (basti citare a titolo esemplificativo David Lynch e Wes Anderson).

O forse uno dei parti più fenomenali degli ultimi anni, vale a dire la creazione dal nulla di un artista indie che è bello ed emblematico proprio perché in realtà non esiste: il beniamino delle folle Cambogia.

Per loro stessa dichiarazione: metti giù un tizio un po’ belloccio, un testo che è di una banalità sconcertante e una melodia orecchiabile. E il gioco è fatto.

Ed il videoclip de Il mare non è niente di speciale” (2017) è la sintesi di questo progetto creativo che per un anno è stato davvero preso sul serio e considerato un artista rivoluzionario da critici musicali e ascoltatori.

Queste creazioni ben esemplificano la voglia di buttare giù i pilastri del “partito preso”. Perché l’arte è bella anche senza per forza ambire a un aulico che in realtà non è altro che qualcosa di poco sincero. Di “artefatto” e non “fatto di arte”, per l’appunto.

La musica e il potere delle immagini

Nell’ambito della loro libertà espressiva, tuttavia, i Ground’s Oranges non disdegnano di sviluppare progetti per artisti anche appartenenti allo scenario Indie.

Il compromesso “storico” del collettivo è comunque quello di non barattare mai la propria autonomia artistica in nome della “commissione”.

E questa voglia di anteporre la propria indole viene fuori in tutte le loro collaborazioni artistiche con artisti di caratura nazionale come Baustelle, Zen Circus, Maldestro, Colapesce, Gazzelle e altri ancora.

Le produzioni visive, poi sono delle vere chicche: dalle atmosfere volutamente “britpop” di Meglio Così di Gazzelle (2017); passando dall’incarnazione più pura della sicilianità totale di Spine di Maldestro (2018); per arrivare allo sfondamento dei tabù dell’omosessualità dell’Italia benpensante in L’Altra Guancia (2015) e dell’Islam in Maometto a Milano (2017), entrambi videoclip girati per brani di Colapesce.

E menzione a parte meritano due videoclip in particolare.

Il primo, interpretato da un ispiratissimo Corrado Fortuna, è il pastiche pseudo-satanista del video per GIORNI BUONI di Dimartino (2019) dove atmosfere simboliche ed evocative fanno da sfondo a una carnale e lancinante storia passionale.

Un incalzare di inquadrature e di immagini che ben rimembrano certo cinema di Alejandro Jodorowski (e sono i ragazzi stessi a dichiarare la propria ispirazione per alcuni loro video a pellicole come El Topo).

Ed infine a uno dei punti più alti (perlomeno a parere di chi scrive).

Vale a dire al videoclip di Catene (2018) degli Zen Circus. Uno storytelling visivo che ben si adatta e amalgama alla penna nichilista e corrosiva del front-man della band Andrea Appino.

Girato anche, tra le altre location, in una villa Bellini a Catania stupendamente vuota, il video è la fusione di passato, presente e futuro a uno schiocco di dita dalla morte.

In una serie di immagini che si susseguono scocca la fugacità dell’esistenza: tra finzione e reale, tra palcoscenico e vita vissuta, tra demoni interiori e disillusioni esteriori.

E sebbene i ragazzi del collettivo stesso respingano un approccio toccante a questo video si può anche ammettere, senza sfociare nel mero sentimentalismo, che qualche corda importante dell’anima sia stata toccata.

Arte come divertimento

Le creazioni di questo collettivo “anarchico” e “illuminato” sono dunque autentiche, evocative e irriverenti.

E tutto questo, per loro stessa dichiarazione, non lo fanno per adeguarsi al mercato, per fare soldi o per sbarcare il lunario.

Questi giovani ragazzi sono infatti “costretti” a fare altri lavori per “sostentarsi”.

Ciò nonostante, il messaggio più lampante che possiamo desumere da questo incontro è che l’arte, se autentica, non deve scendere a patti con “mammona”.

Altrimenti basterebbe produrre dei videoclip spazzatura per il pop, il neomelodico o la trap.

Una filosofia che ci piacerebbe riassumere in: “Non al denaro, non all’amore, né al cielo”. Ma solo perché ci si diverte.

Simone Bellitto

A Palermo con Ferdinando Scianna, Franco Zecchin e Letizia Battaglia

Il 7 Aprile 2019 è stata una di quelle classiche date che, per i corsisti, i soci e tutto lo staff di ImagoZero Catania, difficilmente potrà essere cancellata dalla memoria.

In un trittico che definire delle meraviglie sarebbe dire poco, l’allegra compagnia di insegnanti e di aspiranti fotografi hanno potuto apprezzare tre stupendi momenti per una giornata assolutamente indimenticabile.

Tre momenti vissuti nella suggestiva cornice di Palermo che, qui di seguito, vogliamo a grandi linee descrivere. Così da poter ipoteticamente comunicare ai lettori quali meraviglie hanno potuto guardare oggi i nostri increduli ed emozionati occhi.

La mostra di Ferdinando Scianna

Ad aprire le danze è stata la mostra dal titolo “Viaggio Racconto Memoria” dedicata ad uno dei fotografi più celebri ancora viventi, che tutto il mondo ci invidia: Ferdinando Scianna.

Il fotografo isolano – reporter di fama e noto membro della Magnum Photos – ci illustra con il suo eccezionale bianco e nero la propria concezione del medium fotografico: uno sguardo a 360° sul mondo che ci circonda.

Ed è questo viaggiare incessante il fulcro della sua opera: un viaggio che è più un iter della mente che fisico.

La mostra, infatti, è sapientemente divisa per vere e proprie mappe concettuali.

Si parte da un viaggio nella memoria, alla ricerca di un’isola che non c’è (più) come quella Sicilia perduta, quasi dimenticata in ricordi che hanno un gusto dolce-amaro. All’insegna di una melanconia per una tradizione che sta scomparendo, sommersa da un eterno presentismo.

Per poi passare verso altri mondi: come ne sono testimonianza i suoi viaggi negli Stati Uniti, metà da lui particolarmente gradite perché fornisce spicchi di realtà che tutti conosciamo, ma che non smettono mai di sorprenderci.

O il suo viaggio verso il “mondo offeso”, citando Vittorini: un viaggio nella sofferenza, nella fame e nei patimenti di luoghi e persone feriti da guerre, epidemie e migrazioni di massa.

Una via crucis nei meandri del dolore che attraversa nazioni come il Libano, l’India, l’Etiopia fino ad arrivare al dramma dei profughi albanesi negli anni ’90.

O ancora il suo rapporto di simbiosi con le ombre: uno strumento per Scianna indispensabile per scrivere con la luce. Ma anche per disegnare ed evidenziare concetti ed emozioni con la sua mano fotografica, diretto prolungamento della sua anima.

E, infine – ma tante altre sotto-trame non mancherebbero – il suo rapporto con gli altri artisti e con il mondo dello spettacolo, finemente narrato dalla bellezza dei suoi ritratti.

Si va dall’affresco “familiare” all’amico e compagno di mille viaggi, Leonardo Sciascia; agli scatti dedicati ad altri maestri della fotografia mondiale come Henri Cartier-Bresson e Jacques Henri Lartigue; per chiudere con l’incontro folgorante con la modella Marpessa, che verrà magistralmente incastonata come una gemma tra le gemme, tra le bellezze e le strade siciliane. All’insegna, in parole povere, di un concetto di “moda” scarno ed essenziale, totalmente privo di patina.

La mostra, in conclusione, è uno spettacolo visivo in cui è concentrata una parte significativa di un’attività prolifica, incessante e mai doma da decenni.

E dalla voce “in carne ed ossa” di Scianna siamo guidati dall’inizio alla fine. Le audio-guide sono come Virgilio e Beatrice per Dante: una voce che ci porta dai meandri dell’Inferno in Terra a mirar le “stelle”. Che queste stelle siano quelle dello spettacolo e non astri celesti, beh, poco importa.

La mostra “Viaggio Racconto Memoria” è esposta al GAM – Galleria d’arte Moderna “Empedocle-Restivo” di Palermo, fino al 28 luglio 2019.

La mostra di Franco Zecchin

Il secondo appuntamento di giornata, non meno emozionalmente intenso, si è svolto (come anche il terzo) al Centro Internazionale di Fotografia, dove la troupe dell’associazione ha avuto il piacere di vedere la mostra, dal titolo “Continente Sicilia” dedicata al fotografo Franco Zecchin.

Fotoreporter che della Sicilia ha fatto il suo vero e proprio “Teatro di guerra”.

Al centro dei suoi scatti, infatti, ci sono le persone che, nel bene o nel male, hanno segnato la storia recente della nostra Isola, bella e maledetta.

Fotografie che spesso “si macchiano” del sangue dei vincitori e dei vinti, a descrivere quel conflitto armato scatenato dalle Mafie senza lasciare nulla all’immaginazione: col coraggio e con la durezza di un pugno allo stomaco veniamo trascinati tra le scene degli omicidi “eccellenti” degli uomini di Stato e della “gente di rispetto”.

Intervallando questo bagaglio di orrori con scene di vita quotidiana, manifestazioni di protesta contro le basi missilistiche, feste paesane e angoli di ospedali psichiatrici. Il tutto in nome della pura e semplice verità.

Questa verità che si trova, si, annaspando tra i corpi senza vita e tra le macerie degli attentati dinamitardi: senza però dimenticare questi martiri come erano da vivi.

Perché il messaggio è chiaro: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici e Cesare Terranova non sono dei santini da esibire quando serve.

La mostra “Continente Sicilia” di Franco Zecchin è visitabile fino al 16 Giugno all’interno dei locali del Centro Internazionale di Fotografia di Palermo.

L’incontro con Letizia Battaglia

Infine l’episodio conclusivo – ma di certo non meno importante della giornata – è stato dedicato all’incontro con la direttrice del Centro Internazionale di Fotografia, vale a dire la fotografa Letizia Battaglia.

Una donna che, dall’alto dei suoi 84 anni, ha le idee assolutamente chiare sul mondo della fotografia e sulla lezione da impartire ad amatori ed aspiranti professionisti, che gli attenti interlocutori hanno assorbito dalla prima all’ultima parola.

La fotografa ha parlato degli anni bui della Sicilia preda della morsa mafiosa, quando con estremo coraggio sfidò l’omertà della città, grazie all’esibizione pubblica delle immagini dei morti ammazzati per strada. Un atto di coraggio che non esiterebbe a rifare, se necessario, anche alla sua veneranda età.

Ha descritto anche le sue esperienze professionali: citando come uno dei suoi punti di riferimento il fotografo ceco Josef Koudelka.

Un artista che ha fatto della macchina fotografica il suo credo di vita, la sua missione: senza scendere mai a nessun compromesso con il mercato e con gli editori, rinnegando il profitto economico per la piena tutela della sua libertà espressiva.

E la Battaglia condivide questo spirito anticonformista: a tutela di una concezione dell’artista che possa essere premiato per i propri meriti, senza divenir mero pasto per i salotti borghesi dell’arte fine a sé stessa.

Infine, ha esortato i giovani amatori a tirare fuori dai propri scatti ciò che realmente si ha dentro: per una fotografia che scuota veramente, che riesca a sconfiggere definitivamente la cecità e l’anestesia visiva alle immagini delle quali siamo quotidianamente vittime.

Concludiamo rispondendo con entusiasmo a questa esortazione: ribadendo che l’associazione ImagoZero non potrà facilmente dimenticare questa giornata.

Così tanto piena e allo stesso tempo così tanto bella da essere volata via come il più fugace degli attimi.

Breve e intensa come il più riuscito degli scatti.

Simone Bellitto

Valentina Di Mauro per IMAGOphotoTALK! 12 Febbraio 2019

Ah! …l’amore! ❤

L’Associazione ImagoZero oggi lo festeggia con alcune immagini del primo IMAGOphotoTALK, una nuova serie di incontri gratuiti di cultura fotografica!

Perchè?!

Beh! Di motivi ne abbiamo tanti!

Pochi giorni fa abbiamo ospitato con enorme piacere una bravissima fotografa catanese, che ha un nome perfetto per l’occasione! Durante due intense ed interessantissime ore di talk, Valentina Di Mauro ci ha presentato il suo lavoro, le sue ricerche e raccontato la sua passione per la fotografia; ci ha mostrato come racconta con le sue immagini le storie ed i sentimenti e ci ha fatto innamorare del suo modo di vedere il mondo attraverso l’obiettivo! Più amore di così…!


Valentina si presenta così:

“Volevo fare la fotografa / Faccio la fotografa.

Mi sono laureata in fotografia a Catania.

Vado in giro quasi sempre vestita di nero e con i capelli regolarmente scompigliati. Da 10 anni fotografo storie, di matrimonio, di famiglia, di strada, di gente che conosco e di gente che non ho mai visto. Fotografo facce, sentimenti, roba che quasi mi commuove e roba che mi fa ridere, attimi di vita vera.

Rovisto nell’ordinario per cercare tutto lo straordinario che mi serve per stupirmi della vita, degli affetti, dei legami.

Tutta la mia vita ruota attorno alle parole: fotografia, postproduzione, mostre fotografiche, libri di fotografia, viaggi fotografici, instagram, cinema.”


Trovi i suoi lavori su:

Sito | Facebook | Instagram

Pinta Photo Contest

Fotoamatori e fotografi professionisti vi invitiamo a preparare le vostre fotocamere 📷 ed a partecipare al primo concorso fotografico organizzato da ImagoZero in collaborazione con BeerCatania !

ISCRIZIONI APERTE DA GIORNO VENERDÌ 23 Novembre!

>>🍺 PINTA PHOTO CONTEST<<
Vinci in tre semplici passi!

 1_Segui ImagoZero e BeerCatania su Facebook e Instagram

 2_Registrati sul sito web del concorso dal quale potrai condividere i tuoi scatti con gli hastag #pintacontest #imagozero #beercatania

 3_Vinci un buono del valore di 250 euro per corsi o workshop ImagoZero!

A brevissimo sarà disponibile il regolamento completo su www.imagozero.it!

Vi aspettiamo a #beercatania, il festival di sole birre artigianali più atteso del Sud Italia che si svolgerà il 23|24|25 Novembre prossimi presso l’Ex-mercato Ortofrutticolo in Via Forcile a S.Giuseppe la Rena – Catania.