Al Mudec Photo di Milano, in mostra un Erwitt intimo con “Family”

Elliott Erwitt
Milano. MUDEC – Museo Delle Culture.
via Tortona 56
mudec.it
Fino al 15 Marzo 2020

“Se le mie immagini aiutano qualcuno a vedere le cose in un certo modo, probabilmente è a guardare le cose serie con più leggerezza. Tutto è serio ma può anche non esserlo.”

Elliott Erwitt, Family – Foto di Gabriella Ricifari


Se vi trovate a
Milano entro il 15 Marzo vi consigliamo di non perdere la mostra “Family” di Elliott Erwitt al Mudec Photo. Si tratta di 60 scatti in bianco e nero attraverso i quali Elliott con il suo sguardo ironico e romantico, potente e leggero indaga il tema universale e totalizzante della famiglia.

Del resto la famiglia ha rivestito un ruolo di primo piano per l’artista che ha avuto quattro matrimoni, sei figli e un numero di nipoti e pronipoti in continuo divenire. Elliott ci conduce da istanti di vita dei potenti della terra, come l’immagine di Jackie al funerale di Kennedy, a momenti intimi e romantici come lo scatto di Robert Frank che balla in cucina con la moglie, fino a scene privatissime e intense come la celebre foto della bambina neonata sul letto, che poi è Ellen, la sua primogenita.

La selezione operata per Mudec Photo alterna immagini ironiche a spaccati sociali, matrimoni nudisti, famiglie allargate o molto singolari a significare che possiamo essere la famiglia che scegliamo e vivere stati d’animo simili, a prescindere dall’importanza del ruolo che si ricopre nel mondo.

Gabriella Ricifari

PHŌTÓS – Sicily’s Photo Exhib 2019: una serata insieme agli scatti di Alessio Mamo e di ImagoZero

Lo scorso 21 Dicembre il Museo Diocesano di Catania ha ospitato la prima edizione di PHŌTÓS – Sicily’s Photo Exhib, manifestazione voluta al culmine delle attività 2019 dell’associzione culturale ImagoZero per condividere la Passione per l’Arte Fotografica.

Questo anno di attività non poteva chiudersi al meglio, con il talk del fotografo catanese Alessio Mamo e con le due collettive fotografiche, _graphìa e Con Nuovi Occhi, che hanno mostrato, rispettivamente, le opere dei soci e dei corsisti dell’appena concluso Corso Base di Fotografia.

Ripercorriamo lo svolgimento di quella che, ai nostri occhi, rimarrà una serata indimenticabile.

Dialogo con Alessio Mamo: la voce delle crisi migratorie nel mondo

Nell’incontro dal titolo “Dalla Sicilia al Medio Oriente: diario di un fotoreporter”, moderato da uno dei membri fondatori di Imago, Daniele Musso, abbiamo assistito a un grande e partecipato momento di condivisione su temi e argomenti legati all’attualità più perturbante e dolorosa.

L’ospite del Talk è stato, come anticipato, Alessio Mamo, fotografo freelance catanese vincitore del World Press Photo 2018, con il 2° premio nella Categoria Persone.

A fare da controcanto alle immagini di Mamo, le parole della giornalista palermitana Marta Bellingreri, compagnia dei viaggi e messaggero dei racconti visivi del fotoreporter ed il fotografo catanese Antonio Parrinello, che con Mamo ha condiviso intensi momenti di fotografia.

Al centro del dibattito l’elemento portante è stato l’essere umano. Una sorta di viaggio, parafrasando Proust, alla “recherche” dell’umanità perduta.

Mamo, Bellingreri e Parrinello hanno dato vita a un incontro emozionante, intenso e toccante, fornendo un’impressionante apologia in difesa del “mondo offeso” di Vittoriniana memoria: dove i figli delle barbarie non siamo più noi, ma i “dannati della Terra”.

La narrazione fotografica dei nostri cronisti ci ha mostrato l’esodo, il dolore e le sofferenze di uomini, donne e bambini che migrano o che vivono in terre devastate da conflitti che non hanno né voluto né deciso, ma anche la speranza che cresce con l’arrivo alla meta o quella che brilla negli occhi dei bambini durante un percorso di guarigione.

A partire dalle immagini della nostra Sicilia, meta finale e allo stesso tempo Golgŏtha di persone disperate che fuggono dalle tragedie della loro quotidianità.

Passando per la decisione di intraprendere il sentiero dei migranti per vivere sulla propria pelle ciò che hanno udito raccontare ai superstiti. E così ci è stata raccontata una via crucis che parte dalla Turchia, passando per le isole più lontane della Grecia per finire attraverso le zone interne di MacedoniaSerbiaCroazia e chiudere il proprio viaggio all’interno dell’Europa cosiddetta “civile”.

Per giungere alle zone devastate dall’ISIS in Siria e in Iraq: Mamo e i suoi compagni di viaggio ci hanno introdotto ai confini del mondo pacificato, senza alcun sensazionalismo e con la semplice voglia di raccontare con sensibilità il dramma umano, spesso dimenticato dall’informazione.

Le immagini di Mamo raccontano tanto: e per le nostre coscienze sopite e intorpidite, forse, raccontano troppo.

Ma non è forse questo che può salvarci da una tragica impassibilità?

Se devi raccontare una storia la devi vivere appieno”: questa è la chiosa di Alessio Mamo. Ma rappresenta in estrema sintesi anche la sua missione e quella di Marta Bellingreri: dare voce, che sia per immagini o per parole, a chi non ha voce, agli invisibili nel mondo che vogliono soltanto appellarsi al proprio diritto alla vita.

Le mostre di soci e corsisti ImagoZero

A fare rispettosamente da cornice all’emozionante incontro con il fotoreporter conterraneo, l’esperienza del Team ImagoZero, con due collettive fotografiche: la prima edizione di _graphìa, collage di immagini offerte dai soci ImagoZero e la seconda edizione di Con Nuovi Occhi, che ha ripetuto il fortunato esperimento dello scorso Maggio con gli scatti degli allievi del “Corso base di Fotografia Autunno 2019”.

Ad esporre sono stati complessivamente 20 soci e 19 corsisti, con quasi 80 opere in mostra.

Soci e corsisti hanno voluto raccontare la propria visione del mondo al pubblico presente al Museo Diocesano con immagini che spaziavano dal colore al bianco e nero, dal ritratto alla Street Photography, da sempre leitmotiv della fotografia targata ImagoZero, donando visioni mature affiancate a visioni di chi, anche fotografando per la prima volta, ha già compreso i fondamentali per far parte della schiera dei fotografi del domani.

Anche questa volta ImagoZero ha colto l’occasione per far conoscere le attività associative e ringraziare chi ha attivamente partecipato a questi intensi mesi di attività creativa, con la consegna degli attestati a tutti i partecipanti ai corsi autunnali di Fotografia, il Corso Base ed il Corso Avanzato.

Un’altra serata emozionante e indimenticabile per l’associazione e, speriamo, per tutti coloro che vi hanno preso parte.

Non finisce ovviamente qui. Il nuovo anno è appena iniziato e sono già pronte nuove sorprese e nuove iniziative.

Pertanto, ancora una volta, un arrivederci alle prossime attività di ImagoZero!

Simone Bellitto

Un finale memorabile: la grande serata della mostra “CON NUOVI OCCHI”

Tutte le cose belle, purtroppo, hanno una fine. Ed a questo, ancor più nostro malgrado, non fa eccezione il Corso Base di Fotografia 2019 dell’Associazione ImagoZero di Catania.

Tuttavia, se un finale andava scritto, di sicuro era quello che vi racconteremo.

Domenica 26 Maggio 2019, infatti, si è tenuta la mostra conclusiva dei partecipanti al corso, la Collettiva Fotografica CON NUOVI OCCHI.

Un finale degno di nota

Chi, domenica scorsa, si è trovato al Museo Diocesano di Catania per partecipare al vernissage dell’esposizione non è certamente rimasto deluso.

Sono stati ben 35 gli autori che hanno esposto le proprie opere, complessivamente 70 immagini in cornice.

Fotografie che hanno spaziato in vari generi: ottimi esempi di ritrattistica, foto di splendidi paesaggi (da territori tipicamente siculi a zone decisamente più esotiche) e varie stoccate degne della migliore Street Photography, sia in bianco e nero che a colori.

Potete scoprire a questo link tutti i nomi di chi ha esposto e le altre loro opere (oltre quelle viste alla mostra) navigando sui loro profili Social.

Una sentita partecipazione

Il vernissage ha vissuto davvero una grande partecipazione: non solo (giustamente) amici e parenti di corsisti e membri dello staff, ma anche graditi ospiti del mondo fotografico catanese. Erano presenti infatti il fotogiornalista Fabrizio Villa, la fotografa di matrimoni “alternativi” Valentina Di Mauro (ospite di eccezione di un memorabile ImagoTalk) e l’Associazione Fotografica Renarossa.

Una grande partecipazione che senz’altro denota il valore estetico e simbolico delle immagini proposte e senza dubbio accentua il valore del lavoro che è stato fatto dall’inizio di questo corso fino alla sua conclusione.

Non sono mancate le emozioni

E lo staff di ImagoZero ha regalato momenti pieni di significato alla serata, che non è stata un mero teatro della mostra in sé.

E’ stata anche un’occasione per far conoscere le attività associative e ringraziare in modo adeguato chi ha attivamente partecipato a questi intensi mesi di assoluta carica creativa.

Alla platea i docenti del corso, nonché Direttivo dell’associazione, Daniele Musso e Stefania Stramondo, con la partecipazione della neo-mamma Elena La Spina (e lo special guest della piccola Annarosa) hanno dichiarato il proprio infinito amore alla fotografia.

Riversato senza un attimo di tregua in questi magnifici mesi percorsi in lungo e in largo tra lezioni, esercitazioni e indimenticabili momenti di svago che hanno cementificato rapporti e allargato gli orizzonti di tutti i partecipanti.

E per questo, tra qualche lacrimuccia, in un momento molto emozionante, sono stati ringraziati tutti gli organizzatori e chi ha partecipato, volontariamente e con sacrificio, a questi intensi mesi di attività, che qui ci limitiamo solamente ad elencare, come riportato nel post pubblicato sulla nostra pagina Social:

Sinceri ringraziamenti vanno ai partecipanti al corso che hanno contribuito all’organizzazione ed all’allestimento della mostra, in particolare a Mariarita Zappalà, per aver dato la possibilità di conoscere i corsisti attraverso il sito dell’Associazione; e ad Ugo Romeo per il contributo nel trovare la location. Gabriella Ricifari per l’organizzazione delle attività’ extra sede, le fotografie degli eventi, le relazioni con i non soci e per l’impegno quotidianamente profuso; Gianluca Santanocito ed Ornella Bo Santanocito per la gestione del set in luce ambiente durante l’esercitazione di fotografia di ritratto; i modelli Francesco Coco, Mery Gio Azzarello, Michela Montandon; Giulia Romano per l’assistenza logistica e per le emozionanti immagini dei momenti trascorsi insieme; Giuseppe Di Gregorio per il tutoraggio e la consulenza legale; Lucia Lucy Boncaldo per l’assistenza fiscale e per il supporto logistico; Riccardo Di Mauro per il supporto continuo nel suo ruolo di tutor; Roberto Bruno per i suggerimenti gestionali e per la pazienza; Roberto D’Amico, per l’ineguagliabile supporto che da anni offre per il corso base di fotografia, per le dirette streaming, per aver messo a disposizione la propria attrezzatura, per la guida flash; Riccardo Lombardo per la lezione di fotografia del paesaggio; Silvana Licciardello per la lezione di street photography e reportage; Simone Bellitto per aver partecipato attivamente all’attività associativa attraverso i suoi articoli.

A chi ha ospitato le attività del corso, con professionalità e generosità: Daniele Calcagno e Loredana Urzì di UC English; Federica e Tiziana Saglimbene di Feiana Business Center; Tony Carciotto, Presidente di Pro Loco Belpasso; Francesca Piana ed il THE EIGHT HORSES PUB.

Infine, ad ogni corsista è stato consegnato un attestato di partecipazione, regalando così meritatamente “il palco” per un attimo anche a chi ha fatto sì, a livello “materiale”, che questa mostra avesse luogo.

Non finisce qui!

Chi scrive l’articolo, emozionato anch’egli per aver fatto parte di questa meravigliosa avventura, non trovando conclusione più appropriata per quest’articolo vista la grande bellezza di quanto vissuto, in tutta sincerità preferisce affidare questo finale alle bellissime parole redatte dal Direttivo di ImagoZero nella presentazione dell’evento.

Parole che sinteticamente possono rendere al meglio il significato e l’importanza di ciò che è stato fatto.

“[…] alla fine di quasi cinque mesi di incontri, di lezioni, di uscite fotografiche, di lunghe camminate, dubbi risolti, voglia di imparare reciprocamente, aperitivi improvvisati, cene organizzate, nuovi amici e tanto ridere insieme […] abbiamo imparato ad osservare il mondo con nuovi occhi, a trasmettere, attraverso la fotocamera, le emozioni che percepiamo, abbiamo incontrato persone nuove accomunate dalla stessa passione per la Fotografia ed abbiamo imparato a conoscere meglio noi stessi e chi ci sta vicino.

[…] scatto dopo scatto scriviamo, con la luce, il nostro racconto.”

Un arrivederci alle prossime attività di ImagoZero: buona Estate fotografica a tutti!

Simone Bellitto

A Palermo con Ferdinando Scianna, Franco Zecchin e Letizia Battaglia

Il 7 Aprile 2019 è stata una di quelle classiche date che, per i corsisti, i soci e tutto lo staff di ImagoZero Catania, difficilmente potrà essere cancellata dalla memoria.

In un trittico che definire delle meraviglie sarebbe dire poco, l’allegra compagnia di insegnanti e di aspiranti fotografi hanno potuto apprezzare tre stupendi momenti per una giornata assolutamente indimenticabile.

Tre momenti vissuti nella suggestiva cornice di Palermo che, qui di seguito, vogliamo a grandi linee descrivere. Così da poter ipoteticamente comunicare ai lettori quali meraviglie hanno potuto guardare oggi i nostri increduli ed emozionati occhi.

La mostra di Ferdinando Scianna

Ad aprire le danze è stata la mostra dal titolo “Viaggio Racconto Memoria” dedicata ad uno dei fotografi più celebri ancora viventi, che tutto il mondo ci invidia: Ferdinando Scianna.

Il fotografo isolano – reporter di fama e noto membro della Magnum Photos – ci illustra con il suo eccezionale bianco e nero la propria concezione del medium fotografico: uno sguardo a 360° sul mondo che ci circonda.

Ed è questo viaggiare incessante il fulcro della sua opera: un viaggio che è più un iter della mente che fisico.

La mostra, infatti, è sapientemente divisa per vere e proprie mappe concettuali.

Si parte da un viaggio nella memoria, alla ricerca di un’isola che non c’è (più) come quella Sicilia perduta, quasi dimenticata in ricordi che hanno un gusto dolce-amaro. All’insegna di una melanconia per una tradizione che sta scomparendo, sommersa da un eterno presentismo.

Per poi passare verso altri mondi: come ne sono testimonianza i suoi viaggi negli Stati Uniti, metà da lui particolarmente gradite perché fornisce spicchi di realtà che tutti conosciamo, ma che non smettono mai di sorprenderci.

O il suo viaggio verso il “mondo offeso”, citando Vittorini: un viaggio nella sofferenza, nella fame e nei patimenti di luoghi e persone feriti da guerre, epidemie e migrazioni di massa.

Una via crucis nei meandri del dolore che attraversa nazioni come il Libano, l’India, l’Etiopia fino ad arrivare al dramma dei profughi albanesi negli anni ’90.

O ancora il suo rapporto di simbiosi con le ombre: uno strumento per Scianna indispensabile per scrivere con la luce. Ma anche per disegnare ed evidenziare concetti ed emozioni con la sua mano fotografica, diretto prolungamento della sua anima.

E, infine – ma tante altre sotto-trame non mancherebbero – il suo rapporto con gli altri artisti e con il mondo dello spettacolo, finemente narrato dalla bellezza dei suoi ritratti.

Si va dall’affresco “familiare” all’amico e compagno di mille viaggi, Leonardo Sciascia; agli scatti dedicati ad altri maestri della fotografia mondiale come Henri Cartier-Bresson e Jacques Henri Lartigue; per chiudere con l’incontro folgorante con la modella Marpessa, che verrà magistralmente incastonata come una gemma tra le gemme, tra le bellezze e le strade siciliane. All’insegna, in parole povere, di un concetto di “moda” scarno ed essenziale, totalmente privo di patina.

La mostra, in conclusione, è uno spettacolo visivo in cui è concentrata una parte significativa di un’attività prolifica, incessante e mai doma da decenni.

E dalla voce “in carne ed ossa” di Scianna siamo guidati dall’inizio alla fine. Le audio-guide sono come Virgilio e Beatrice per Dante: una voce che ci porta dai meandri dell’Inferno in Terra a mirar le “stelle”. Che queste stelle siano quelle dello spettacolo e non astri celesti, beh, poco importa.

La mostra “Viaggio Racconto Memoria” è esposta al GAM – Galleria d’arte Moderna “Empedocle-Restivo” di Palermo, fino al 28 luglio 2019.

La mostra di Franco Zecchin

Il secondo appuntamento di giornata, non meno emozionalmente intenso, si è svolto (come anche il terzo) al Centro Internazionale di Fotografia, dove la troupe dell’associazione ha avuto il piacere di vedere la mostra, dal titolo “Continente Sicilia” dedicata al fotografo Franco Zecchin.

Fotoreporter che della Sicilia ha fatto il suo vero e proprio “Teatro di guerra”.

Al centro dei suoi scatti, infatti, ci sono le persone che, nel bene o nel male, hanno segnato la storia recente della nostra Isola, bella e maledetta.

Fotografie che spesso “si macchiano” del sangue dei vincitori e dei vinti, a descrivere quel conflitto armato scatenato dalle Mafie senza lasciare nulla all’immaginazione: col coraggio e con la durezza di un pugno allo stomaco veniamo trascinati tra le scene degli omicidi “eccellenti” degli uomini di Stato e della “gente di rispetto”.

Intervallando questo bagaglio di orrori con scene di vita quotidiana, manifestazioni di protesta contro le basi missilistiche, feste paesane e angoli di ospedali psichiatrici. Il tutto in nome della pura e semplice verità.

Questa verità che si trova, si, annaspando tra i corpi senza vita e tra le macerie degli attentati dinamitardi: senza però dimenticare questi martiri come erano da vivi.

Perché il messaggio è chiaro: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici e Cesare Terranova non sono dei santini da esibire quando serve.

La mostra “Continente Sicilia” di Franco Zecchin è visitabile fino al 16 Giugno all’interno dei locali del Centro Internazionale di Fotografia di Palermo.

L’incontro con Letizia Battaglia

Infine l’episodio conclusivo – ma di certo non meno importante della giornata – è stato dedicato all’incontro con la direttrice del Centro Internazionale di Fotografia, vale a dire la fotografa Letizia Battaglia.

Una donna che, dall’alto dei suoi 84 anni, ha le idee assolutamente chiare sul mondo della fotografia e sulla lezione da impartire ad amatori ed aspiranti professionisti, che gli attenti interlocutori hanno assorbito dalla prima all’ultima parola.

La fotografa ha parlato degli anni bui della Sicilia preda della morsa mafiosa, quando con estremo coraggio sfidò l’omertà della città, grazie all’esibizione pubblica delle immagini dei morti ammazzati per strada. Un atto di coraggio che non esiterebbe a rifare, se necessario, anche alla sua veneranda età.

Ha descritto anche le sue esperienze professionali: citando come uno dei suoi punti di riferimento il fotografo ceco Josef Koudelka.

Un artista che ha fatto della macchina fotografica il suo credo di vita, la sua missione: senza scendere mai a nessun compromesso con il mercato e con gli editori, rinnegando il profitto economico per la piena tutela della sua libertà espressiva.

E la Battaglia condivide questo spirito anticonformista: a tutela di una concezione dell’artista che possa essere premiato per i propri meriti, senza divenir mero pasto per i salotti borghesi dell’arte fine a sé stessa.

Infine, ha esortato i giovani amatori a tirare fuori dai propri scatti ciò che realmente si ha dentro: per una fotografia che scuota veramente, che riesca a sconfiggere definitivamente la cecità e l’anestesia visiva alle immagini delle quali siamo quotidianamente vittime.

Concludiamo rispondendo con entusiasmo a questa esortazione: ribadendo che l’associazione ImagoZero non potrà facilmente dimenticare questa giornata.

Così tanto piena e allo stesso tempo così tanto bella da essere volata via come il più fugace degli attimi.

Breve e intensa come il più riuscito degli scatti.

Simone Bellitto

Animals. Steve McCurry.

Steve McCurry
Milano. MUDEC – Museo Delle Culture.
via Tortona 56
mudec.it
Fino al 31 Marzo 2019

ANIMALS di Steve McCurry – foto di Gabriella Ricifari

Se vi trovate a Milano e riuscite a ritagliarvi due ore libere, vi consigliamo di andare al MUDEC PHOTO, il nuovo spazio espositivo del Museo delle culture, che dal 16 dicembre 2018 al 31 marzo 2019 ospita la mostra ANIMALS di Steve McCurry.

Il fil rouge che lega i 60 scatti di questa mostra è infatti l’indissolubile e reciproco rapporto che lega l’uomo e gli animali, analizzato sotto vari aspetti, da quelli più tragici come l’inquinamento e lo sfruttamento a quelli più poetici e ironici.

Questo progetto espositivo nasce nel 1992 quando McCurry documenta il disastroso impatto ambientale prodotto dalla Guerra del Golfo. In quella occasione il fotografo cattura alcune delle sue immagini più iconiche, come i cammelli che attraversano i pozzi petroliferi in fiamme e gli uccelli interamente cosparsi di petrolio. Questo lavoro gli varrà il prestigioso World Press Photo Award.

A queste immagini dure si alternano altre più soavi o ironiche , come quelle che ritraggono gli animali in posa con i loro padroni e che testimoniano l’affetto che l’uomo riversa sul suo “pet” qualunque esso sia (celebre ad esempio la foto del cane fashion tinto di rosa ad Hollywood o quella del serpente indossato a guisa di collana dal suo padrone in un supermercato americano)
“Io mi sono sempre occupato degli uomini e del loro comportamento” spiega McCurry nel corso della conferenza stampa, “ma mi sono accorto ad un certo punto della mia vita che molte delle fotografie che avevo scattato ritraevano animali e mi ha iniziato ad interessare che tipo di correlazione ci fosse tra loro e l’uomo”.

ANIMALS ci invita così a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo e che, sebbene esseri umani e animali condividano la medesima Terra, solo noi uomini abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta.

Gabriella Ricifari

Alexander Rodchenko. Revolution in photography.

Alexander Rodchenko
Palermo (PA). Real Albergo dei poveri.
Corso Calatafimi 257
www.mostrarodchenko.it
Fino al 23 settembre 2018

Alexander Rodchenko. Production of a Truck, 1929.

“Se si desidera insegnare all’occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da prospettive ed angolazioni totalmente inediti e in situazioni inaspettate.”
È il “Metodo Rodchenko”.

Il padre della fotografia sovietica ha dato forma a uno stile e a un linguaggio visivo del tutto unici. Rodchenko gioca con composizioni in diagonale, prospettive scorciate, punti di ripresa insoliti dal basso verso l’alto e viceversa. Un dettaglio ingrandito racconta più di un personaggio, il particolare di un’architettura, narra una città in movimento.

La mostra, ospitata al Real Albergo dei Poveri di Palermo, nelle sale adiacenti agli spazi occupati dall’esposizione sul reporter Robert Capa, presenta una selezione di oltre 150 fotografie.

Giuseppe Di Gregorio

Alexander Rodchenko. Ragazza con Leica, 1934.

Robert Capa Retrospective. Guerra e Pace in mostra a Palermo.

Robert Capa Retrospective
Palermo (PA). Real Albergo dei poveri.
Corso Calatafimi 257
https://www.mostrarobertcapa.it/
Fino al 23 settembre 2018

FRANCIA. Golfe-Juan. Agosto 1948. Pablo Picasso con Françoise Gilot e suo nipote Javier Vilato, sulla spiaggia.

“Se le tue foto non sono buone, vuol dire che non eri abbastanza vicino”.
Celebre frase di Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann (Budapest, 22 ottobre 1913-Thai Binh, Indocina, 25 maggio 1954) , che fu il primo ed il più famoso fotografo di guerra.
Documentò cinque diversi conflitti : la guerra civile spagnola (1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la seconda guerra mondiale (1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la prima guerra d’Indocina (1954).
Nel 1947 assieme a Henri Cartier-Bresson, David Seymour, Georges Rodger e William Vandivert, Robert Capa fonda l’agenzia fotografica “Magnum Photos”.

L’esposizione di Palermo , inaugurata in occasione delle celebrazioni dei 70 anni dalla fondazione di Magnum Photos, racconta il percorso umano e artistico di Capa attraverso 107 fotografie in bianco e nero, raggruppate in 12 sezioni: Copenhagen 1932, Francia 1936-1939, Spagna 1936-1939, Cina 1938, Gran Bretagna e Nord Africa 1941 – 1943, Italia 1943 – 1944, Francia 1944, Germania 1945, Europa orientale 1947, Israele 1948-1950, Indocina 1954. La mostra si conclude con una sezione dedicata ai ritratti di amici e artisti e comprende una sezione speciale dedicata alle fotografie scattate da Capa in Sicilia dove era giunto nel luglio del 1943.

Giuseppe Di Gregorio

SPAGNA. Fronte di Córdoba. Inizio settembre 1936. Morte di un miliziano lealista.